Basta dire Pompei e subito il pensiero va al santuario della Vergine del Rosario. La chiesa fu costruita da Bartolo Longo nell’Ottocento, nei pressi dell’attuale complesso archeologico. Dopo essersi convertito, Longo – che è stato beatificato da Giovanni Paolo II nel 1980 – diede avvio a una vasta opera di evangelizzazione nel segno della Madonna. Innanzitutto realizzò la basilica, grazie al contributo di migliaia di persone che aderirono allo slogan di «un soldo al mese». In seguito, affianco a essa, sono via via sorte altre opere di enorme valore sociale e pastorale: per i figli dei carcerati, per gli orfanelli, per gli operai, per le donne sole.
La prima domenica di ottobre, festa del Rosario, milioni di cattolici in tutto il mondo recitano, con particolare solennità, la Supplica alla Madonna di Pompei. La preghiera si replica inoltre l’8 maggio, per ricordare la posa della prima pietra della chiesa. Il testo fu composto da Bartolo Longo nel 1883 e venne proclamato per la prima volta il 14 ottobre di quell’anno da oltre ventimila fedeli accorsi nel santuario ancora in costruzione.
«La preghiera più famosa in tutto il mondo di un italiano di questi ultimi secoli», ha definito la Supplica lo storico della spiritualità Massimo Petrocchi. Sono parole dense d’amore per la Madonna, definita come «augusta regina delle vittorie, sovrana del cielo e della terra al cui nome si rallegrano i cieli e tremano gli abissi, regina gloriosa del Rosario». La fiduciosa richiesta della sua assistenza è fondata sulla certezza manifestata con le parole: «Gesù ha riposto nelle tue mani tutti i tesori delle sue grazie e della sua misericordia».